Didattica a distanza e in presenza non sono alternative:apriamo un dibattito
Una nuova riflessione sul dibattito didattica a distanza e la didattica in presenza. Sono alternative o si possono integrare?
Per Scuola@Casa News, oggi Gino Roncaglia ci propone… didattica a distanza e didattica in presenza. In questi giorni nel paese si è acceso un dibattito abbastanza vivace sulla riapertura delle scuole, in cui si sottolinea da molte parti, e molto giustamente, quanto sia importante anche la scuola come ambiente fisico, relazionale, ambiente anche di corporeità.
In tale dibattito però, vi è un limite in questo dibattito, di tendere troppo spesso a contrapporre la didattica a distanza alla didattica in presenza.
La didattica distanza che stiamo facendo in questi giorni, anche nel migliore dei casi, è, dal punto di vista strettamente teorico, sbagliata. Gli strumenti tecnologici che utilizziamo per la didattica a distanza, nel caso della scuola sono nati per affiancare e non per sostituire la didattica in presenza. Questa dimensione sostitutiva della didattica a distanza, è una dimensione impropria, ma d’altro canto in questa situazione inevitabile, necessaria. I modelli migliori sono quelli che prevedono un intreccio di lavoro in presenza e a distanza con le nuove e con le vecchie tecnologie.
In tale contesto si pone anche il dibattito sulla questione che la didattica a distanza presenti dei rischi di esclusione, di creazione di diseguaglianze. Ma la vera domanda che bisognerebbe porsi è: è la didattica a distanza che crea diseguaglianze o piuttosto, la didattica a distanza rivela delle diseguaglianze nelle dotazioni tecnologiche, nelle competenze?
In realtà sappiamo che le disuguaglianze non riguardano soltanto gli strumenti della didattica a distanza.
La tecnologia come elemento discriminatorio
In fondo uno dei casi di diseguaglianza rilevanti per il rendimento scolastico delle studentesse e degli studenti, è quello relativo alla dotazione tecnologica di una particolare tecnologia che è quella del libro a stampa.
C’è un’enorme differenza nelle potenzialità di rendimento scolastico tra gli studenti che provengono da una famiglia che non ha i libri a casa o che ne ha pochi e chi invece viene da una famiglia che ha molti libri a casa e l’abitudine alla lettura. Questa è una differenza rilevante che ha anche un versante tecnologico oltre che culturale: così come la diseguaglianza nelle competenze e nella disponibilità di strumenti tecnologici ha un versante tecnologico, ma anche un versante culturale e anche radici socio-economiche.
Quindi non c’è una contrapposizione tra nuove tecnologie che creano diseguaglianze e la scuola della presenza che li riduce. La scuola deve sempre lavorare per ridurre disuguaglianze ed essere inclusiva e deve farlo con le vecchie e con le nuove tecnologie, con i libri come con i libri come con i computer e con la rete.
La didattica distanza a cui siamo costretti in questo periodo non è ideale, è sostitutiva anziché integrativa, cercare di ripensare e di pensare le forme in cui alcuni strumenti che magari si stanno scoprendo ed utilizzando in questo periodo, può aiutare a farci ripensare le forme della didattica futura, una didattica che dovrai potrà ricordarsi anche della lezione che in qualche forma abbiamo imparato in questi mesi di didattica a distanza.
Ancora una preoccupazione
Ultima, ma non meno assillante preoccupazione, è quella della valutazione. In questo periodo di “nuova didattica” dovremmo iniziare a valutare qualcosa di nuovo, a partire dagli elaborati creati dai ragazzi, che possano farci realmente vedere la natura del loro apprendimento, svincolata dai limiti imposti dai canonici compiti chiusi che si assegnano nella didattica tradizionale.
I limiti della didattica a distanza sono molti, e ne siamo tutti consapevoli, ma oggi come non mai la scuola deve farsi promotrice dell’apprendimento e della formazione culturale dei propri studenti, mettendo in campo competenze tecniche, pedagogiche e creatività. L’istruzione si deve interrogare anche sulla sostenibilità di una didattica a distanza che non crei discriminazioni sociali, ma che lasci una luce accesa sulle necessità degli studenti con disturbi dell’apprendimento e che sia opportunità di educazione e coesione. In una fase di isolamento e distanziamento sociale la scuola deve rispondere con la coesione: tra docenti e studenti, ricreando quel rapporto che spesso si è inclinato a causa della formalità e della corsa al voto; all’interno del consiglio di classe, con la cooperazione tra docenti; tra la scuola e le famiglie, rilanciando il loro ruolo educativo e sostenendo il loro accompagnamento nel percorso scolastico dei figli.
Liberamente tratto da
https://www.raicultura.it/articoli/2020/04/Didattica-a-distanza-e-didattica-in-presenza-ffacebc0-8c4e-4379-8b63-9503d3470024.html
Di seguito la nostra esperienza in aiuto per la Didattica a Distanza
https://koinokalo.it/blog/nasce-il-gruppo-volontari-per-la-didattica-a-distanza-dad-una-risposta-partecipata-e-collettiva-allemergenza-scolastica/
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